L'aspirimia è una condizione congenita o acquisita in cui non sono presenti segni di maturità delle cellule germinali maschili.
Nei pazienti affetti da aspirimia, la comparsa di spermatozoi nel seme non si osserva nemmeno dopo la castrazione e le iniezioni di testosterone
Classificazione
Esistono due categorie principali di aspirimia: aspirimia primaria e aspirimia secondaria.
L'aspirimia primaria è definita come una condizione in cui un uomo non riesce a produrre spermatozoi a causa della mancanza di cellule riproduttive maschili nei testicoli. L'aspirimia primaria è considerata una forma molto rara di disturbo dello sviluppo del sistema riproduttivo.
L'aspirimia secondaria è definita come una condizione in cui la patologia della spermatogenesi colpisce gli spermatozoi già comparsi. In questo caso, spesso si attiva la spermatogenesi e viene prodotto un certo numero di spermatozoi, ma non si verifica un numero sufficiente per il concepimento. Con entrambi i tipi di aspirimia, di solito non vengono prodotti spermatozoi maturi.
Terapia chirurgica
Non esiste alcun trattamento per l’aspirimia primaria. Per gli uomini che hanno solo un piccolo numero di cellule mature, potrebbe essere sufficiente che la moglie sviluppi un ovulo per la gravidanza. Tuttavia, esiste il rischio di problemi con la fecondazione. La gravidanza è teoricamente possibile nelle persone con completa assenza di elementi riproduttivi maschili.
La forma secondaria aspirata è spesso motivo di preoccupazione, poiché può complicare il processo di concepimento e ridurre la probabilità di gravidanza. In questo caso si consiglia il consulto con uno specialista per evitare di trasmettere la proprietà ad altri discendenti maschi. La terapia viene prescritta utilizzando farmaci e integratori per il pene. Inoltre, potrebbe essere necessaria la stimolazione con Clomid o un farmaco a base di testosterone. A volte l’aggiunta di estrogeni alla terapia con clostilbegide crea spermatidi. Esistono anche procedure di riproduzione assistita come la fecondazione in vitro (IVF) e l'intracitoplasma