Frenit [Stor. Frenite; greco Frenite (Nosos) Malattia mentale, follia, follia; Sin.: Frenesia, Frenolepsi]

Frenite (o frenesia) è un termine usato nel 19° secolo per descrivere disturbi mentali derivanti da condizioni febbrili. La frenite era conosciuta come malattia mentale, follia o follia ed era associata ad un'elevata temperatura corporea.

I sintomi della frenite possono includere deliri e deliri mescolati a sintomi fisici come mal di testa, crampi e dolori muscolari. Le persone che soffrono di frenite possono anche mostrare aggressività e comportamenti inappropriati.

La ricerca moderna mostra che la frenite può essere causata da una serie di ragioni, tra cui infezioni, lesioni e altri fattori che possono causare un aumento della temperatura corporea. I sintomi della frenite possono essere ridotti trattando la condizione sottostante che causa la febbre.

Frenite è un termine obsoleto e non è utilizzato nella medicina moderna. Tuttavia, il contesto storico del termine aiuta a comprendere meglio come venivano interpretati i disturbi mentali in passato e come erano collegati ad altre condizioni fisiche. Oggi si usano altri termini come psicosi febbrile o delirio per riferirsi a disturbi mentali che si manifestano con febbre alta.



La frenite, o febbre frenica (greco φρενική φλέγμη, φρένις - spirito; phrenus - anima + φλόγα - fiamma, bruciore) è una condizione dolorosa che si manifesta con paura della morte, demenza e caratteristica eccitabilità psicomotoria [1]. Altri nomi: febbre frenica, scabbia mentale (scabbia psicotica) [2]. Il termine fu introdotto da Ippocrate nel IV secolo a.C. Nell’antica medicina greca era consuetudine diagnosticare la “phrenis” in condizioni malinconiche. La diagnosi di frenia è stata studiata anche dall'Alzheimer come stadio iniziale nella diagnosi di demenza. Nel 1764, il pediatra italiano Giovanni Cassiano annunciò la scoperta della frenite in Austria sotto il nome di isteria. Gli stadi precedenti della ricerca sono confermati dal grande psichiatra italiano Domenico Zanone, e il dottor Burnet, un altro bambino prodigio italiano, integra le spiegazioni sulla frenia, scrivendo in un lavoro del 1820 sulla frenia come malattia della moderna non vita.