Facoemulsificazione (facoemulsificazione)

La facoemulsificazione (facoemulsificazione) è un metodo moderno di rimozione della cataratta che ha sostituito metodi più traumatici e meno efficaci. La cataratta è una malattia dell'occhio in cui il cristallino perde la sua trasparenza e inizia a interferire con la visione normale. In questo caso, la lente deve essere rimossa per ripristinare la vista del paziente.

La facoemulsificazione è il metodo di rimozione della cataratta più comune al mondo. Questo metodo è stato sviluppato nel 1967 dall'oftalmologo americano Charles Kelman. Attualmente, la facoemulsificazione è il trattamento standard per la cataratta in molti paesi.

La procedura di facoemulsificazione inizia praticando una piccola incisione nella cornea dell'occhio. Attraverso questa incisione viene inserita una sonda microscopica che produce vibrazioni ultrasoniche ad alta frequenza. Queste vibrazioni emulsionano la lente in piccole particelle, che vengono poi rimosse attraverso la stessa piccola incisione. Dopo la rimozione del cristallino, nell'occhio viene inserito un impianto a forma di lente artificiale, che sostituisce il cristallino naturale e consente al paziente di ripristinare la vista.

I vantaggi della facoemulsificazione rispetto ai metodi più tradizionali di rimozione della cataratta sono evidenti. Questo metodo consente di eseguire l'operazione con un'incisione minima, riducendo il rischio di infezione e accelerando il recupero. Inoltre, la facoemulsificazione fornisce un’emulsificazione più precisa ed efficace del cristallino, riducendo le complicanze e migliorando la qualità della vista dopo l’intervento chirurgico.

Nonostante tutti i vantaggi, la facoemulsificazione presenta rischi e limiti. Come qualsiasi altra procedura chirurgica, può causare complicazioni come infiammazione degli occhi, emorragia e danni alla cornea. Inoltre, la facoemulsificazione potrebbe non essere disponibile per alcuni pazienti con determinate patologie oculari.

Nel complesso, la facoemulsificazione è un metodo sicuro ed efficace per la rimozione della cataratta, consentendo ai pazienti di riacquistare la vista e tornare alle normali attività. Tuttavia, prima di decidere di sottoporsi ad un intervento chirurgico, dovresti discutere tutti i possibili rischi e benefici di questo metodo con il tuo oculista.



La facoemulsificazione è un metodo per rimuovere il cristallino dell'occhio malato o affetto da cataratta. Questo metodo prevede lo schiacciamento della lente utilizzando una sonda metallica e vibrazioni sonore ad alta frequenza. Successivamente, la lente viene rimossa dall'occhio utilizzando uno strumento speciale. Ciò consente di evitare complicazioni associate al danno al tessuto oculare e di ridurre il rischio di sviluppare complicanze postoperatorie.

La facoemulsificazione è uno dei metodi più efficaci per la rimozione della cataratta e del cristallino, poiché consente di rimuovere in modo rapido e sicuro il tessuto interessato senza intaccare le strutture sane dell'occhio. Inoltre, questo metodo riduce significativamente i tempi di recupero dopo l’intervento chirurgico, consentendo ai pazienti di tornare rapidamente alla vita normale.

Tuttavia, come qualsiasi altro trattamento, la facoemulsificazione può presentare alcuni rischi e complicazioni. Ad esempio, esiste il rischio di danni alla cornea o alla retina, nonché la possibilità di sviluppare un processo infettivo nel periodo postoperatorio. Pertanto, prima di eseguire l'operazione, è necessario effettuare un esame completo del paziente e assicurarsi che non vi siano controindicazioni.

Nel complesso, la facoemulsificazione è un metodo efficace e sicuro per la rimozione della cataratta che può migliorare significativamente la qualità della vita dei pazienti. Tuttavia, per ottenere i migliori risultati, è necessario eseguire l'operazione solo da specialisti qualificati in cliniche specializzate.



La facoemulsificazione (Phakoemulsifikasija, francese phaco - lente, pietra ed emulsionante - emulsionante, detergente, lat. emulsum - emulsione, da emulgere - miscela) è una tecnica chirurgica di facochirurgia sviluppata dal chirurgo francese Pierre Yakovich, che consiste nel rimuovere la lente frammentata in un poco tempo dopo lo sviluppo della cataratta, quando il cristallino è formato in modo errato, ad angolo retto rispetto alla capsula del cristallino. La facoemulsificazione viene utilizzata per rimuovere i cristalli torbidi del cristallino mediante estrazione, che possono causare il prolasso del cristallino oltre il sacco capsulare e causare cicatrici ruvide sulla capsula posteriore.

La facosurgia chirurgica è una branca dell'oftalmologia che comprende metodi per rimuovere la cataratta dallo strato profondo della capsula posteriore. La pneumofacomielopessi transsclerale (TSMP) (a volte chiamata pneumoespianto del cristallino o facogeddon), è il metodo più antico di facosurgia. In caso di nefalizzazione del facotiribum, viene posizionato un blocco sopra l'area di blocco del polo posteriore del cristallino. Per formare uno spazio di trazione viene praticata un'incisione sclerale di 6-8 mm di lunghezza e 5 mm di diametro, creando una finestra nella sclera atrofizzata e prelaminare (con concomitante esfoliazione del trabecolato, dello stroma e della placca uveale). Dopo aver creato la finestra, viene eseguita l'induzione sequenziale dell'anessia della cornea, del fondo e del cristallino e, se necessario, viene eseguito un blocco tibiale.[1] Il metodo di schiacciamento di un cristallino malato e quindi di rimozione ha iniziato ad essere utilizzato nella chirurgia oftalmica relativamente di recente. All'inizio del 21 ° secolo, quando si eseguivano manipolazioni oculari, veniva utilizzato solo in relazione alla fase preoperatoria del trattamento della patologia del cristallino. Si presumeva che dopo l'intervento chirurgico prima della rimozione della cataratta, l'oftalmologo sarebbe stato in grado di ripristinare la capsula del cristallino e quindi prolungare la durata del cristallino. Alla base di ciò c’era la fiducia nella possibilità di ripristinare un’area sana del cristallino dopo la dissezione laser.