Politrichia

Il polytrichium (greco polytrichia - plurale, tricoma) è una struttura complessa di filamenti spessi che sono parte integrante delle colonie di Klebsiella, che è l'agente eziologico di varie forme di colite pseudomembranosa nell'uomo. La Klebsiella fu isolata per la prima volta in coltura nel 1873 dal ricercatore tedesco Adolph Burnett. Finora questo tipo di microrganismo è stato poco studiato e, in particolare, non è stato completamente compreso il meccanismo di riproduzione nell'intestino crasso. Si ritiene che la forma clinica della politrichia si manifesti solo negli esseri umani, poiché la malattia non è stata registrata negli animali.

La specie di batteri che produce polytrichia appartiene al genere Klebsiella, sezione pneumoniae. Nei tessuti del corpo, le colonie di Klebsioma sono rappresentate da germogli alti fino a diversi centimetri di altezza, ricoperti da una massa mucosa del colore delle prugne o della carne, nonché da sottili fili ramificati: tricomi. La più grande varietà di colori si osserva durante il periodo di crescita, quando la maturazione della polytrichia è al suo apice. Questo effetto è ulteriormente rafforzato dal fatto che i processi filamentosi stessi possono contenere un pigmento rosso situato lungo la lunghezza del polytrichium. Al momento è stata chiarita solo una piccola parte di quale batterio simbiotico è responsabile della sintesi dei pigmenti. Per attuare questo meccanismo sono necessari i metaboliti secondari auriporina e klebsietina, sintetizzati dagli eterociti batterici, che sono le principali sostanze biologicamente attive. Sono responsabili dell'isolamento dei rami sottili e evidenti dalla massa totale dei polytrichia. Circa l'1% delle cellule di Klebsiema è dotato di queste sostanze benefiche e in questo stato agisce come un inibitore.