Relazioni psicotiche

Psicosi relazionale - (termine obsoleto; sinonimo - "psicosi progressiva" di relazione) è una forma della fase depressiva della psicosi maniaco-depressiva, caratterizzata dall'evitamento di oggetti che causano forti reazioni emotive. Il termine fu proposto per la prima volta da Hirschfeld negli anni '20 del XX secolo. Ha diagnosticato una malattia mentale a quei pazienti che avevano un atteggiamento sempre più contraddittorio e perverso nei confronti della famiglia e dei fenomeni circostanti della realtà, indicando una violazione dell'attività mentale di una persona. L'autismo è considerato l'unico sintomo della psicosi relazionale. Carattere agonale, espresso in



Il termine “psicosi relazionale” indica una combinazione di due condizioni: paranoia e allucinosi oggettuale.

Con questa condizione si notano i **seguenti sintomi:**

* Il paziente crede che la persona amata soffra di un disturbo mentale o si sia disinnamorata di lui. Nel primo caso, il paziente sviluppa uno stato d'animo delirante e nel secondo la depressione. Spesso uno psicopatico è sicuro che il suo amante sia infedele e immagina vari scenari di tradimento. Per questo motivo è d'accordo con la fantasia malata e vuole dissuaderla da questa congettura. Pertanto, il paziente inizia a cercare un partner nella sua altra metà e commette azioni.

I sintomi della psicosi progressiva si verificano quando una coppia non riceve il sostegno e le cure di cui ha bisogno. La mancanza di comprensione da parte degli altri peggiora la loro condizione. Ciò viene spesso osservato dai familiari dei pazienti che cercano di prevenire la malattia essendo eccessivamente preoccupati per le condizioni della persona. In genere, tali relazioni si formano nel corso degli anni e diventano causa di disagio e stress psico-emotivo.

Trattamento

**Il trattamento della psicosi relazionale** richiede la partecipazione simultanea di uno psichiatra, psicologo e neurologo, che consente di creare un piano di trattamento individuale. I pazienti devono sottoporsi a una serie di metodi di ricerca, ad esempio:

1. Test clinici e di laboratorio. Mostrano disfunzioni nel funzionamento degli organi e dei sistemi del corpo. 2. Imaging a risonanza magnetica del cervello. La procedura può essere utilizzata per verificare la presenza di tumori ed encefalite cronica. 3. L'esame ecografico dei vasi del collo mostra trombosi, anomalie della circolazione interna, alterazioni arteriose e venose. 4. L'elettroencefalografia consente di studiare i ritmi bioelettrici e valutare la funzionalità del cervello utilizzando indicatori che non sono visibili agli estranei.



Psicosi relazionale

La psicosi relazionale è una condizione in cui una persona inizia a provare un forte attaccamento e un doloroso bisogno di una relazione con un'altra persona.

La società si è formata una visione errata della psicosi relazionale. Le persone credono che solo coloro che sperimentano rotture dolorose o affrontano traumi emotivi dopo il divorzio soffrano di psicosi relazionale. È un errore presumere che se una persona sperimenta un episodio di psicosi relazionale, allora si tratta di una malattia cronica che non può essere curata. Ma la vera psicosi non è associata ad una causa, ma a una combinazione di fattori, quali: relazioni interpersonali malsane, comunicazione compromessa, atteggiamenti negativi, ridotta autostima.

Sebbene la psicosi sia sempre una cosa negativa, ci sono alcune buone notizie. Le psicosi non nascono da sole; ci sono sempre dei provocatori che possono contagiare altre persone nelle loro interazioni con questa malattia. Ora scopriamo quali caratteristiche comportamentali sono sintomi di psicosi nelle varie fasi della malattia:

- **Attaccamento e dipendenza** Il primo nasce da un sentimento di solitudine. Si manifesta a sua volta in diversi modi: sotto forma di gelosia, adorazione, tentativi di manipolazione. Una persona riceve conferma della sua importanza da un'altra persona. Nei momenti in cui una persona si sente poco importante e insicura,