L'epilessia senile è una delle forme di epilessia e di malattia neurodegenerativa.
L'epilessia senile è talvolta chiamata epilessia senile
Questo disturbo neurocognitivo colpisce solitamente le persone di età superiore ai 70 anni o anche di più. Circa due anni dopo l'inizio della menopausa, la malattia colpisce dal 20% al 30% delle donne (entro decimi di punto percentuale) e dal 4-5% degli uomini. Negli uomini la percentuale dei casi incurabili, associati alla degenerazione della corteccia frontale legata all'età, può aumentare fino al 5-6% circa. È importante notare che la corteccia frontale è il centro del cervello nell'epilessia senile. L'epilessia negli anziani (epilessia senile) viene diagnosticata principalmente negli uomini di età compresa tra 60-70 e 80-90 anni. Questo fatto è dovuto al fatto che gli uomini sperimentano un degrado delle funzioni cognitive. Il pericolo dell'epilessia senile è che durante un attacco possono verificarsi conseguenze negative: il paziente può cadere e ferirsi, e c'è anche il rischio di arresto respiratorio. La malattia si manifesta molto spesso come una sindrome caratterizzata dalla comparsa di ritmi convulsi nelle regioni temporali del cervello con disturbi del comportamento, della memoria, delle emozioni e dell'equilibrio dei movimenti. Viene anche diagnosticata dalla comparsa prevalentemente episodica di crisi tonico-cloniche generalizzate accompagnate da confusione quando trattate con anticonvulsivanti che non hanno alcun effetto. Questa condizione è oggi una forma di epilessia senile, comune soprattutto negli uomini di età superiore ai 65 anni. Le sue caratteristiche cliniche sono: alta frequenza di crisi focali con crisi epilettiche periodiche del tipo delle crisi tonico-cloniche benigne generalizzate; localizzazione mono o bilaterale dell'epiattività con predominanza del polo destro; fo