Legamento meniscotemporale posteriore

Il legamento meniscotemporale posteriore (lat. ligamentum meniscotemporale posterius) è uno dei legamenti dell'articolazione temporo-mandibolare.

Il legamento collega il bordo posteriore del disco articolare (menisco) alla parte posteriore del tubercolo articolare dell'osso temporale. Ha origine dal bordo posteriore del menisco ed è diretto posteriormente e lateralmente, attaccandosi alla superficie posteriore del tubercolo articolare.

Il legamento limita lo spostamento posteriore del menisco durante i movimenti della mandibola. Coinvolto anche nel riportare il menisco nella sua posizione originale dopo lo spostamento.

Il legamento ha forma triangolare ed è costituito da tessuto fibroso denso e anelastico. Viene rifornito di sangue dai rami dell'arteria facciale. L'innervazione è effettuata dai rami del nervo trigemino.



Legamento meniscale e legamento temporale posteriore

I due legamenti che si trovano sul retro dell'osso temporale sono il legamento meningo-temporale posteriore (m. temporomandibulare posterior) e il legamento meniscale limbico posteriore (m. pterygoideus lateralis medialis). Si legano tra loro e formano un forte strato legamentoso elastico dell'articolazione temporo-mandibolare.

La funzione chiave del legamento meniscopio limbico (m. Pterigoideo mediale) è quella di contrastare la dislocazione dei denti mandibolari spostando il disco articolare. Mentre il legamento menangio-dentale posteriore lega insieme le mascelle mascellare e mandibolare per una migliore rotazione della mandibola attorno al proprio asse e impedisce lo spostamento dei denti dal dente mascellare a causa di malocclusione o morso obliquo. Questo è il motivo per cui il dentista valuta questi legamenti e richiede una radiografia completa prima di eseguire un intervento chirurgico per correggere un morso difficile per garantire la stabilità della mandibola e ridurre la possibilità di recidiva durante la procedura chirurgica.

Una tempia debole significa “legamento insufficiente”?

La frattura più comune dell'articolazione temporo-mandibolare è la SVA, il che significa che non vi è sufficiente tensione, forma anomala o disconnessione dei legamenti che tengono insieme l'intero complesso maxillotemporale. Nonostante si tratti di una frattura molto comune, i pazienti lamentano dolore che si irradia all'orecchio, problemi di udito, nausea, perdita di memoria e difficoltà a parlare. Le cause tipiche della lesione includono il morso di oggetti duri, una forte forza applicata al mento e un forte colpo al viso. Dopo un trattamento adeguato, la SVA aiuta a ripristinare la piena funzionalità e utilizza questo periodo per migliorare l'occlusione (morso) - per prevenire il ripetersi del rischio. Adulti, corpi in via di sviluppo (adolescenza), donne (a causa di cambiamenti ormonali), donne incinte, anziani, pazienti affetti da cancro (con tumori della testa e del collo) e coloro che fanno uso di alcol o droghe.

Ma non tutte le conseguenze della SVA possono essere risolte solo con la riparazione chirurgica del legamento danneggiato. Molti pazienti possono manifestare uno o più problemi dei tessuti molli/muscoloscheletrici come disfunzione del palato molle, tremori della mandibola, sindrome di disfunzione della lingua ("sibilo sibilante"), disturbi del linguaggio, ecc. Questi cambiamenti sono supportati da disturbi sociali e/o apnea ostruttiva del sonno richiedono un approccio integrato pluriennale: chirurgico, medicinale e comportamentale. Esistono varie combinazioni di approcci terapeutici associati alla SVA; alcuni possono essere eseguiti solo da un medico, altri possono combinare diversi metodi di trattamento. I pazienti spesso traggono vantaggio dall'essere informati sulle possibili complicazioni derivanti dalla mancanza di trattamento, ma devono essere consapevoli dei rischi di una possibile riparazione, poiché potrebbe essere necessario un altro intervento chirurgico per correggere o riparare l'errore.