Eritroblasto primario

La conversione eritroblastica nei mammiferi avviene in vari organi, ma la maggior parte avviene nel midollo osseo, dove circa il 50% dei precursori dell'eritropoiesi viene convertito in eritroblasti nella prima settimana. Le restanti fasi dello sviluppo delle cellule eritroidi si verificano nel fegato, nella milza, nei linfonodi e in altri organi e tessuti. Il tasso di sviluppo cellulare, lo stadio di sviluppo cellulare, la sua capacità di riprodursi e, di conseguenza, il tasso di produzione dei globuli rossi, dipendono in gran parte dallo stato di ossigeno del corpo. L'eccesso di ossigeno inibisce il passaggio delle cellule allo stadio di sintesi globinica, impedendo agli eritroblasti di raggiungere il punto finale della trasformazione - il megaloblasto - e un eritrocito maturo con una superficie respiratoria sufficiente per il normale funzionamento. Cioè, la trasformazione degli eritronormoblasti in megaloblasti è regolata modificando i fattori dell'ossigeno in entrata al fine di creare il sistema di trasporto più efficiente per il trasferimento dei gas. È ovvio che le trasformazioni eritroplasmatiche avvengono sotto il controllo di un sistema di complessi regolatori durante tutto lo stadio mieloide dell'emopoiesi, quando le giovani cellule della “fase acuta” si formano solo dai precursori della mielopoiesi e continuano a dividersi solo fino ad un certo stadio di sviluppo, dopo il quale si trasformano irreversibilmente in altre cellule emopoietiche. L'opinione generalmente accettata secondo cui le cosiddette reazioni di fase acuta non sono correlate a malattie in generale, ma sono una normale reazione protettiva dell'organismo, necessita di un chiarimento. K. Selmez osserva che durante qualsiasi malattia può verificarsi una reazione infiammatoria delle cellule. Le funzioni dei recettori non sono specifiche per l'agente patogeno, ma esiste una differenza nella struttura delle membrane dei neutrofili e dei linfociti con un numero sufficiente di recettori di superficie. Non esiste una funzione di riconoscimento per rilevare i germi. La reazione a una molecola microbica non è determinata dall'anatomia