Sindrome di Sneddon-Wilkinson

La sindrome di Sneddon-Wilkinson è una malattia rara appartenente al gruppo delle vasculopatie. La patologia si manifesta con lesioni simmetriche della pelle e delle mucose in tutto il corpo, la metà dei pazienti presenta danni agli occhi. Il sintomo principale è un'eruzione petecchiale sulla pelle e il sanguinamento delle mucose, che diventano più luminose dopo l'esercizio. La malattia colpisce più spesso le persone di età inferiore ai 40 anni e può portare allo sviluppo dell'anemia emolitica. Al momento non sono stati sviluppati metodi di trattamento per evitare una diminuzione della qualità della vita del paziente. Nei casi in cui la terapia farmacologica non ha effetto, viene prescritto il trapianto di organi.



La sindrome di Sneddon-Wilkinson è una malattia cutanea rara caratterizzata da lesioni multiple e nessuna lesione complessiva (altre condizioni, come la psoriasi o l'eczema, di solito presentano lesioni simmetriche).

La sindrome di Sneddon-Wilkins fu menzionata per la prima volta nel 1935 (J. V. Sneddon). Questa rara malattia della pelle è caratterizzata da piccole eruzioni cutanee multiple localizzate sulle estremità interne, sui lati del viso, sulle arcate sopracciliari, sul collo e sulle braccia. I sintomi principali sono quelli di disfunzioni sistemiche come stanchezza cronica, febbre e linfonodi ingrossati, che possono persistere a lungo prima che si manifestino i sintomi cutanei. La diagnosi della malattia si basa sull'aspetto della pelle: molteplici piccole ulcere cicatriziali in tutto il corpo e per distinguerla da altre malattie è necessario escludere una disfunzione sistemica, ciò richiede esami del sangue e studi immunologici.